Servizi: Arboricoltura urbana e periurbana

Metodologia di analisi PAIVS
Metodologia di analisi PAIVS

La metodologia denominata P.A.I.V.S. (Protocollo Applicato Integrato di Valutazione di Stabilità degli alberi). Permette di integrare le informazioni ricavate da un’attenta interpretazione delle condizioni morfologiche e dendrologicche codificatasi durante il percorso vitale di ogni singolo albero in quel preciso sito di radicazione, in conformità al metodo V.T.A. (Visual Tree Assessment) come definito da C. Mattheck, con le indicazioni relative ai potenziali carichi esterni agenti sulla struttura albero e alle sue potenziali risposte, in conformità al metodo S.I.A. (Static Integrated Assessment), come definito da L. Wessolly. Tali dati vengono rapportati allo stadio morfofisiologico raggiunto dall’albero al momento della sua valutazione, all’interno di una complessa scheda elettronica di valutazione dell’albero, considerando attentamente le informazioni relative alle evoluzioni e modificazioni delle strutture epigee ed ipogee degli alberi durante il loro ciclo ontogenetico, come previsto nelle indicazioni delle informazioni del Methode Morpho-Achitecturale definitio da P. Raimbault e, dalle ultime integrazioni introdotte dal Methode ARCHI di C. Drenou. Confrontando i dati rilevati con la più complessa metodologia basata sull’analisi del rischio e del pericolo, così come proposta dal metodo del Dott. Mike Ellison QTRA (Quantified Tree Risk Assessment).

Lo schema attuativo, molto semplificato, prevede lo svolgimento in campo di fasi che, susseguendosi, portano al compimento dell’indagine in modo chiaro ed efficiente, permettendo di rilasciare al termine un’adeguata analisi delle condizioni dell’albero e delle attività per la sua gestione da seguire su queste. L’analisi si articola principalmente come segue:

  1. Individuazione dell’alberatura, opponibile o meno su questa di un codice numerico identificativo.
  2. Analisi sul portamento arboreo dell'alberatura in oggetto, verifica dei danni, traumi, o gli eccessi di sviluppi che, però, necessitano di un intervento di riduzione con il fine di ripristinare un assetto ottimale e di equilibrio.
  3. Misure dendrometriche; altezza complessiva dell’alberature, altezza tronco libero, altezza intersezione chioma, diametro, circonferenza tronco, diametro tronco, altezza chioma massima, età ontogenetica.
  4. Analisi dei vari conflitti e possibili bersagli presenti. Si passa, al controllo dell'alberatura esaminata definendo i criteri di valutazione del pericolo; si prendono in considerazione i possibili bersagli, le possibili conseguenze e danni derivanti da crolli e rotture dell’intero albero o di parti di questo, analizzandoli in relazione ad una scala di valori, chiari ed univoci.
  5. Tipo di terreno e sito d’impianto.
  6. Valutazione visiva della vitalità (controllo biologico) dell’albero prendendo in considerazione la sua morfologia, il suo aspetto fisiologico e le sue caratteristiche biomeccaniche.
  7. Assegnazione di una classe di propensione al cedimento con rivisita in un tempo più o meno breve in base alla classe assegnata. La classe di cedimento assegnata tiene in considerazione, dell’ubicazione dell’albero, il bersaglio che potrebbe colpire e la gravità del danno che a causa di una rottura potrebbe provocare. L’assegnazione di una classe ad un’alberatura di massima pericolosità, anche in funzione di condizioni di stabilità o stato fisiologico ottimale, può essere decisa a fini precauzionali o di sicurezza, essa è attribuita a quei soggetti che mostrano gravi difetti strutturali o che presentano patologie in stato di avanzato sviluppo.
  8. Interventi da adottare e programmare al fine di poter ripristinare condizioni sanitarie ottimali. Gli interventi possono essere di natura agronomica e/o chimica, viene riportato il tempo di ricontrollo ed eventuali interventi strumentali qualora fosse necessario.
  9. Interventi manutentivi, se ritenuti necessari, da eseguire per la gestione dell’albero (ad. Esempio potature).

 

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