Servizi: Arboricoltura urbana e periurbana

Lotta alla Cocciniglia tartaruga del pino
Lotta alla Cocciniglia tartaruga del pino

Sulla presenza e sui danni arrecati agli alberi di pino domestico (Pinus pinea L.) dalla cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis Cockerell) a Roma e nel Lazio

Da oltre 2 anni è presente a Roma un temibile parassita del pino domestico che si è diffuso in tutta la città provocando ingenti danni al patrimonio arboreo dei pini della città.

Si tratta di un insetto, la cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Hemiptera: Coccidae).

Questo parassita che compie almeno 4 generazioni all’anno, ha un potenziale distruttivo molto elevato.

In attesa che le autorità competenti (Servizio Fitosanitario Nazionale) ne decretino la lotta obbligatoria, sono in corso sia a Roma, sia in Campania, interventi di lotta tramite endoterapia (iniezione nel tronco dell’albero del prodotto curativo, nel sistema linfatico delle piante), atti a contrastare gli insetti parassiti dei pini, primo fra tutti la processionaria (Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermüller, 1775).

Gli interventi fino ad oggi eseguiti su centinaia di alberi di pino domestico hanno dato ottimi risultati eliminando totalmente gli insetti presenti sulle piante e dando nuova vitalità alle stesse che hanno ripreso a vegetare normalmente.

A Roma l’insetto parassita è arrivato alla fine del 2017 nelle zone sud-occidentali della città (municipi VIII - IX - X - XI) per poi espandersi in tutta la città. Di recente è arrivata anche nei Castelli Romani e in atre zone della provincia e lentamente avanza in direzione nord verso la provincia di Viterbo.

L'insetto è una cocciniglia arrivata dal nord America attraverso un lungo viaggio partito dal Canada per poi approdare nell'area dei Caraibi e alla fine in Italia a Napoli e dintorni e poi a Roma e nel Lazio.

Il parassita è un vero flagello, da una parte porta a morte gli alberi di pino domestico (Pinus pinea L.) e dall'altro imbratta tutto ciò che si trova al di sotto delle chiome delle piante di pino.

L'insetto infatti produce una melata molto appiccicosa su cui si sviluppa un fungo microscopico di colore nerastro (fumaggine)

I danni sono tanti ed evidenti su autoveicoli, cassonetti, strade e marciapiedi, balconi e terrazzi e tutto ciò che si trova sotto e nelle vicinanze delle chiome.

In attesa del Decreto di lotta obbligatoria e dei provvedimenti attuativi regionali, si possono fare interventi mirati e in linea con la normativa nazionale sull’uso dei presidi sanitari nelle aree urbane attraverso l'endoterapia ed anche con lavaggi della chioma e delle aree imbrattate.

A seguito degli interventi endoterapici, in breve tempo gli insetti muoiono e grazie alla miscela di sostanze che accompagnano l'insetticida (abamectina), che è l'unico insetticida ammesso dalla vigente normativa in materia, i prodotti immessi nel flusso linfatico degli alberi raggiungono tutta la chioma, dove permangono a lungo, così che se l'intervento è stato ben eseguito ha un'efficacia di 2 anni, nel senso che è garantita un’azione attiva del prodotto, contro i parassiti per 24 mesi, dopo di che l'intervento deve essere ripetuto.

L'endoterapia è l'unico sistema ammesso in città per trattare le piante. Non si può procedere come in campagna con irrorazioni con mezzi che distribuiscono i prodotti sulle chiome come atomizzatori, cannoni, pompe, ecc.......

In attesa che la ricerca trovi un antagonista naturale capace di parassitizzare la cocciniglia tartaruga, l’endoterapia è l'unico sistema possibile.

Tra i vari metodi utilizzabili per l’endoterapia arborea, quello che ha dato concreti e ripetuti risultati positivi di eliminazione della cocciniglia tartaruga c’è quello del Nuovo Metodo Corradi.

Richiesta informazioni

:
:
:
:
:
Privacy Policy